Era una notte nera. Edizione 2013. Tutta la storia


Fatti reali, coincidenze e immaginazione si intrecciano in percorsi fantastici e, ciò che sembrava irrazionale, diventa vero

Così nasce la notte nera…

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I fatti dai racconti e dalle storie

Il racconto della notte nera


I fatti

Siamo nel 1037.A Milano e’ scoppiata la guerra civile.

Corrado II il Salico, imperatore di Germania scende in Italia e indice un sinodo a Pavia dove ascolta le ragioni degli insorti contro il vescovo Ariberto d’Antimiano (suo vecchio amico). Dal dibattimento, intese che avevano ragione i primi e ordinò l’arresto di Ariberto. Costui fuggì a Milano dove riuscì a compattare la citta’.

Corrado cercò di mettere sotto assedio la città che però si rivelò inespugnabile.

Racconta il conte Giorgio Giulini nelle Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della citta’ e campagna di Milano nei secoli bassi. – vol II (si trova sul google books: memorie… )

Finalmente vedendo l’imperatore che intorno a Milano altro non faceva che perdere il tempo e la gente, giudicò di doversi ritirare, e porsi al suo solito a devastare l’infelice ed innocente territorio

E arriva a Corbetta.

Chissa’ perche’ proprio a Corbetta?

Prima di continuare con la storia,  leggiamo da una delle leggende curiapictane di Daniele Cucchiani qualche interessante dettaglio:

Di certo Corrado Il il Salico. Duca di Franconia, re di Germania, doveva essere bello come l’Arcangelo Gabriele (…). Era fuggito da Milano ai primi di maggio prendendo riparo nel Castrum Sancti Ambrosii e, nell’immensa piazza antistante al maniero curia­pictano aveva allestito una tendopoli degna di un imperatore. (…)

Castelletto

Il castelletto con il grande prato dove probabilmente era stato costruito l’accampamento (il castrum)

Fermiamoci un istante per dare un occhiata a com’era Corbetta, o Castrum Sancti Ambrosii, o Curbitum:

Castrum sancti ambrosii

Ritorniamo alla storia. Sono due i principali documenti riguardanti i fatti straordinari che accaddero i quei giorni.

I due passi principali sono esposti nel Castelletto.

E’ il 25 maggio, giorno di Pentecoste del 1037.

Wippone, il biografo di Corrado, testimone oculare di quegli imprevedibili avvenimenti, racconta i fatti nelle Gesta Chuonradi II imperatoris (pubblicato nell’anno 1046).

Al capitolo XXXVI «De miraculo, quod accidit in die pentecostes.»  cosi’ scrive:

Castrum Capitolo XXXVI

(epigrafe presente sul muro del Castelletto)

“In quel tempo, quando l’imperatore stette al Castrum Sancti Ambrosii, vicino a Milano, che è detto Curbitum accadde che molti ebbero un miracolo.

Nella Domenica della Santa Pentecoste, prima dell’ora terza (le 9 del mattino), con un cielo molto sereno, all’improvviso caddero dei fulmini con tuoni di tale forza che gran parte degli uomini e dei cavalli morirono.

Ad alcuni venne un così grande spavento da uscire di senno, tanto che solo dopo alcuni mesi, con fatica, ritrovarono le loro facoltà mentali.

Mentre coloro che arrivavano, ed erano fuori dall’accampamento dicevano di non aver visto e sentito nulla.”

(chiediamo scusa ai latinisti e ai professori di latino per alcune liberta’ che ci siamo presi nelle traduzioni)

Questo e’ il miracolo che accadde il giorno di Pentecoste

Alcuni anni dopo, nel 1105, Sigebertus Gemblacensis, o Sigeberto da Gemblacex,

nella sua Cronaca universale, riporto’ gli stessi avvenimenti arricchiti con altri «particolari»

Cronaca universale

(epigrafe presente sul muro del Castelletto)

 “Il giorno di Pentecoste, mentre l’imperatore assisteva alla Messa nella piccola chiesa

vicino alla città, ci furono tuoni e fulmini tanto potenti che qualcuno uscì di senno

mentre altri morirono.

Bruno, il vescovo che celebrava la Messa, e il segretario dell’imperatore con altri tre,

dissero di aver visto, al momento della consacrazione, S. Ambrogio che indignato minacciava l’imperatore.”

Entrando nella chiesa di S. Ambrogio, o meglio, per i corbettesi, la chiesa di Sant’Ambrogino, si trova un quadro che descrive il racconto di Sigeberto:

Sant'Ambrogio

 

Altri hanno scritto di questi straordinari avvenimenti. Forse la sintesi piu’ completa viene ancora dal Conte Giulini nelle sue Memorie spettanti alla storia…

Ma a noi piace finire con la versione leggenda o “panzaniga” di questa storia. Daniele Cucchiani la racconta in questo modo:

“(…) Ma all’improvviso ecco aprirsi il cielo sopra la chiesa longobarda-romanica ed apparire un maestoso arcobaleno che faceva coro­na ad un Sant’Ambrogio con corazza e spada d’oro in groppa alla mula Betta. A spada sguainata Ambrogio menava a destra e a manca feroci fendenti. i suoi arcieri sparavano frecce per ogni dove costringendo Corrado il e il suo eserci­to ad una precipitosa fuga da Corio.”

E come si conclude questa storia?

Il 28 maggio, Corrado II si trovera’ a Cremona dove emanera’ la constituzio de Feudis mentre a Curbitum, ci racconta Cucchiani:

(…) il vecchio abate Gelsomino della Roveda, nella cucina della cano­nica, a due passi dall’accampamento, tranquillo, tra un bicchierino e l’altro di bianco di Cerello si rimpinza di gamberetti di vallum che, un villano, pescatore locale, gli aveva portato in pendizzi al mattino presto e che la fedele “Teresa di sciatt” lesta lesta aveva fatto bollire cantando: – Ero prete per mia malasorte divenni cardinal dopo la mia morte”.


Il racconto della notte nera

Corrado

Milano e’ sconvolta dalla guerra civile e Corrado II vuole vederci chiaro.Corrado vuole capire cosa sta succedendo e decide di andare a Milano.Anzi, per la precisione ha gia’ in mente di accamparsi a CurbitumPare che sia invaghito di una dama, conosciuta ad un ballo di corte.

Questa donna vive a Corbetta…

era una notte nera'

Al mercato

era una notte nera' Siamo al mercato di Corbetta. O meglio al Mercatus contadini proximi produttores (mercato contadino Km 0)I mercanti sono affascinati dalla bellezza dell’imperatore e dai soldati tedeschi.In realta’ i soldati visti da vicino… lasciano un po’ a desiderare ma hanno un sacco di soldi. Pagano e strapagano tutto.

Dagli artigiani

Arriviamo alla bottega dei fabbri. Il lavoro ferve.
Anzi, siamo quasi al doppio turno per poter star dietro a tutte le richiesta di armi da parte dei tedeschi. Non c’e’ tempo nemmeno per mangiare.
Anzi, nessuno sa nemmeno che ore sono: anche le campane sono state fuse per preparare le armi. Pero’ ci si arrichisce.
era una notte nera'

Entrando in citta’

Pagato il pedaggio entriamo in Castri Sancti Ambrosii, o Curbitum.
(meno male che i soldati tedeschi ci avevano dato del denaro…)
era una notte nera'
Ma a Curbitum vivono anche molte streghe… occorre fare attenzione. era una notte nera'

Dai contadini

Arriviamo alla casa dei contadini.
C’e’ qualche problema con l’irrigazione. Non c’e’ piu’ acqua nei fontanili.
I soldati tedeschi hanno deviato il loro corso per abbeverare i cavalli.
I tedeschi entrano in tutte le case e comprano ogni cosa.
Bastiano, il pater familia, quello che porta i pantaloni, dichiara che i tedeschi non prenderanno nulla da lui. Invece succedede esattamente il contrario: ai tedeschi da tutto!
Ma Bastiano guadagna un sacco di soldi. Peccato che non si possano mangiare.Non ci siamo!
era una notte nera'

Le streghe e le beghine

Giunti al Conciliabolo di fronte alla torre vediamo una strega al rogo!(sara’ stata una di quelle incontrate prima?)Comunque avviene un fatto incredibile.Una processione di beghine si incontra con un gruppo di streghe e, malgrado la diffidenza iniziale, collaborano.Hanno capito che l’arrivo dei tedeschi non porta nulla di buono.

Ci saranno tanti soldi ma non rimane null’altro!

E ciascuno per la sua parte, chi invocando Dio, chi chiedendo l’aiuto della natura iniziano a lavorare per liberare Curbitum dall’invasore.

Il prossimo passo sara’ convincere l’abate Gelsomino…

era una notte nera'

L’abate Gelsomino

era una notte nera' Una pozione magica, viene portata a Teresa di Sciatt, la perpetua, per l’abate.Anche l’abate si rende conto che i tedeschi hanno creato problemi.La chiesa non ha campane ed e’ usata come stalla per i cavalli dell’imperatore.La pozione magica ha effetto e l’abate agisce…

il Castrum Imperatoris

Siamo al mattino della domenica di Pentecoste del 2037, in una processione pentenziale, si va tutto verso il Castrum, l’accampamento. era una notte nera'
era una notte nera' Nell’accampamento tutto e’ tranquillo: i soldati e le donne che nell’accampamento vivono si stanno risvegliando quando, all’improvviso, all’ora terza (le nove del mattino) scoppia la tempesta.
Fulmini, tuoni violentissimi provocano una paura tremenda. Molti muoiono, altri fuggono.

E appare, nel cielo S. Ambrogio che si rivolge a tutti

era una notte nera'
Corbettesi!
Mi avete chiamato! Eccomi a voi!
Io, vescovo Ambrogio, padre di Corbetta, ho messo in fuga Corrado e i suoi soldati che stanno ormai lasciando la città.
Miseri abitanti! Vi siete lasciati affascinare dai denari e dalla cupidigia e avte rischiato di perdere tutto: i campi, le bestie, i vostri affetti, voi stessi!
Ma per fortuna Dio ha creato la donna!
Le vostre donne e le genti più umili del borgo hanno capito l’inganno e tanto hanno pregato l’Altissimo e le forze della Natura, da farmi giungere in vostro aiuto, dopo questa tempesta!
Ricordate, Corbettesi!
I soldi non si possono mangiare e la violenza genera solo violenza!
D’ora in poi vivete in pace! E date ascolto alla voce delle donne!

Conclusione

Qual è il vero miracolo?

La tempesta improvvisa?

L’apparizione del Santo?

I più umili e le donne che si sono accorti del pericolo e hanno chiesto aiuto?

Oppure il miracolo e’ questa somma di divino, di natura e di umano che vi abbiamo raccontato?